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Il 16 aprile 1995 veniva assassinato, in circostanze mai chiarite, il tredicenne Iqbal Masih operaio sindacalista pakistano che aveva portato alla ribalta del mondo la tragedia dello sfruttamento minorile in atto nel suo paese. La sua lotta aveva sensibilizzato l'opinione pubblica sui diritti negati dei bambini lavoratori pakistani. A seguito della sua morte, le autorità pakistane cominciarono a prendere provvedimenti, avviando un lento processo che è ancora da compiere appieno. La tragica ed eroica vicenda di Iqbal è stata raccontata in questo romanzo da Francesco D'Adamo, nel quale l'autore ha affiancato al protagonista realmente esistito alcune figure di fantasia, tra cui Fatima e Maria, piccole schiave che lo seguono nella ribellione e nella lotta. D'Adamo ci porta a seguire, a dieci anni dalla morte di Iqbal, le vite di Fatima e Maria, ormai ventenni. Una, Fatima, emigrata in Italia, lavora come domestica e vive sradicata in una terra che non l'accoglie, l'altra, Maria, rimasta in Pakistan, continua la lotta per i diritti, scontrandosi oltre che con lo sfruttamento economico, con il fondamentalismo che si oppone ai cambiamenti della società. Entrambe si troveranno ad affrontare in un viaggio parallelo nello sfruttamento, l'ingiustizia, nello schiavismo, trovandosi a constatare quanto la guerra contro i diseredati e gli sfruttati abbia allargato i propri confini. Età di lettura: da 10 anni.